L’11 aprile, per Prospero editore, uscirà un romanzo di fantascienza scritto da me. Si intitola Nubila. Qualcuno mi ha detto che si tratta di un planetary romance e subito sono andato a vedere che significa. Come ho scoperto su wikipedia il planetary romance è un sottogenere della fantascienza in cui la trama è ambientata in pianeti alieni diversi dalla Terra e gioca sull’esplorazione degli stessi. In effetti il mio romanzo è ambientato in un sistema stellare – Nubila – che come quello Solare ruota intorno a una stella madre ed è composto da più pianeti, molti dei quali abitabili.
Giuro che quando ho cominciato a scrivere la storia, non avevo in mente niente di simile. L’idea (vaga) era quella di seguire le orme di un serial killer alieno ma dalle sembianze umanoidi – cioè per intenderci non un alieno come quello verde qui in basso, ma un alieno come quello grigio – che svolgeva i suoi incarichi vagando da un pianeta all’altro del suddetto sistema planetario.
Ovviamente il primo incarico per cui veniva pagato consisteva nell’eliminazione di un essere umano. Nelle prime fasi della storia ho fatto fare a questo alieno serial killer una serie di cose che fanno gli sbirri o i criminali nei romanzi hardboiled americani, cioè l’ho fatto alloggiare in un hotel di lusso sotto falsa identità, l’ho fatto entrare in un bar losco ai margini di una metropoli e l’ho fatto flirtare con una prostituta anche lei aliena. Insomma, sembravo orientato a scrivere più che un planetary romance un romanzo di fantascienza che mescolava appunto la fantascienza al poliziesco. Poi, mi sono imbattuto, cioè ho fatto imbattere il killer umanoide, in questo:
Un deserto. E le suggestioni alla Blade Runner di sbirri del futuro e cacciatori col grilletto facile sono andate a farsi benedire. Il deserto mi ha suggerito tutta una serie di altri personaggi e scenari e svolte di trama. E alla fine il romanzo è diventato la storia del confronto-scontro tra gli esseri umani e un’altra specie autoctona di un sistema planetario, alieni intelligenti, simili agli esseri umani a tal punto da esserne lo specchio rovesciato. Il viaggio e l’esplorazione dei vari pianeti sono diventati una chiave fondamentale della storia così come la contrapposizione tra progresso (rappresentato dai coloni umani che hanno fondato l’impero su Nubila) e la magia (incarnata dalla specie autoctona).
La cover è quella in alto e il romanzo alla fine è un’avventura scifi classica e che spero contenga degli spunti di riflessione. Io mi sono divertito a scriverlo e spero che voi vi divertiate a leggerlo.